
La Smart Way che si articola nell’antica Apulia mette in connessione patrimoni e paesaggi mediterranei di cultura materiale e immateriale. Dal Salento, partendo da Capo Santa Maria di Leuca, e toccando quindi le città di Minervino di Lecce, Otranto e Mesagne, si seguono le orme delle antiche popolazioni messapiche e si attraversano paesaggi segnati da coste inviolate fino a raggiungere il Faro di Punta Palascìa, la punta più orientale d’Italia. Proseguendo verso nord si scoprono i siti archeologici di Egnazia e Monte Sannace; quindi ci si spinge verso Bari e Barletta seguendo i passi di Annibale, ma anche le tracce lasciate dai Peucezi e dai Dauni.
Il punto di ideale di partenza è Capo Santa Maria di Leuca, il finis terrae italiano, nell’estrema punta meridionale della Penisola Salentina. Al viaggiatore si offre subito un’opportunità paesaggistica unica: la litoranea che sale verso nord lungo la costa orientale, una corniche degna delle più rinomate strade panoramiche del mondo. La percorriamo, sempre a contatto con uno splendido mare, lasciandola talora per esplorare alcune località dell’immediato entroterra.
Ecco Tricase con il suo centro storico, il castello e le attività di produzione ceramica; Poggiardo con il Parco Archeologico dei Guerrieri di Vaste, di epoca messapica, e la Chiesa Rupestre dei Santi Stefani di Vaste; Minervino di Lecce, borgo autentico d’Italia e terra dei dolmen; Porto Badisco, dove secondo la leggenda approdò Enea, e dove affascinano le testimonianze preistoriche della Grotta dei Cervi; e Punta Palascìa con il faro più a oriente d’Italia.
Siamo ormai nella terra d’Otranto, meravigliosa località dalla lunga storia raccontata mirabilmente nel Castello Aragonese; fatevi ammaliare dal duomo, con l’incredibile mosaico pavimentale del XII secolo e la cripta dell’XI secolo con quarantadue colonne marmoree monolitiche.
Lungo la costa del Salento gli stimoli culturali si intrecciano amabilmente alle passeggiate sul mare e agli assaggi della cucina tradizionale; sarebbe un peccato non prevedere una tappa nell’entroterra di Galatina per conoscere i segreti della pizzica e della taranta, e per degustare il pasticciotto, classico dolce a base di pasta frolla. Siamo ormai sulla via di Lecce, capitale del barocco pugliese e città d’arte per eccellenza, con le mura difensive intervallate da quattro porte, l’anfiteatro romano, la cattedrale e tanto altro ancora.

Il percorso si snoda quindi alla volta di Brindisi, punto d’arrivo della Via Appia e porto di estrema importanza per i traffici verso l’Oriente. Racchiuso fra le mura aragonesi del XV secolo, il centro conserva splendide chiese romaniche come il Tempio di San Giovanni al Sepolcro, risalente al XII secolo, e la cattedrale che conserva alcuni brani del pavimento musivo originale. Verso l’interno, Mesagne – importante centro della civiltà messapica – attira con il castello, le chiese monumentali, la ricchezza del patrimonio vernacolare.
Da Mesagne avendo tempo si può prevedere una deviazione verso Taranto, una delle più importanti città della Magna Grecia, la cui storia è descritta mirabilmente nel Museo Archeologico Nazionale – MarTA.
Il nostro viaggio ci guida ora a Fasano per addentrarci nel Parco Archeologico di Egnazia, l’antico centro dei Messapi (Egnatia per i Romani, Gnàthia per i Greci) al confine con la Peucezia, lungo la cosiddetta soglia messapica. A circa quaranta chilometri da Fasano puntando decisamente nell’entroterra, a Gioia del Colle troviamo il Parco Archeologico di Monte Sannace, probabilmente l’antica Thuriae delle fonti letterarie. L’abitato di Monte Sannace rappresenta l’esempio meglio conservato di città dell’antica Peucezia, regione storica corrispondente all’attuale provincia di Bari.
Il percorso di visita prevede un itinerario archeologico e uno naturalistico: nel primo viene offerta al visitatore la possibilità di osservare la configurazione topografica e le caratteristiche strutturali della città antica; nel secondo, di apprezzare le qualità naturalistico-ambientali e di architettura rurale (trulli, masserie e così via) del luogo e di raggiungere siti di particolare interesse paesaggistico. Una doverosa tappa a Bari, nevralgica città commerciale dal centro storico di grande fascino ed attrattività, potrebbe suggerire di imboccare la direttrice verso Altamura, famosa per i ritrovamenti archeologico e il suo pane, e Matera, la città dei Sassi eletta Capitale Europea della Cultura 2019.
Il percorso continua invece alla volta di Barletta, al cui nome è legata la celebre disfida del 1503. Poco lontano dal centro (da non perdere il Castello Normanno), Canne della Battaglia è il luogo che nel 216 a.C. fu teatro di una delle battaglie più famose della storia legata a un personaggio unico: il Cartaginese Annibale Barca. Nella sua ventennale guerra con Roma (II Guerra Punica), nei luoghi di Canne della Battaglia escogitò una strategia che si studia ancora oggi in tutte le Accademie militari del mondo, infliggendo a Roma una sconfitta che mise a rischio la sua stessa sopravvivenza. Per saperne di più basta visitare l’Antiquarium, posto ai piedi della cittadella fortificata, e il Parco Archeologico, con i resti dell’antico insediamento daunio e le strutture di epoca romana, paleocristiana e medievale, che offrono oggi ai visitatori un percorso articolato e affascinante. La visita al Parco Archeologico si articola in due itinerari: il primo porta alla collina principale, dove era l’arx, la fortezza, e l’abitato medievale, con il castello e la basilica. Il secondo conduce alla basilica paleocristiana, all’area delle abitazioni daune, alla fornace e al sepolcreto medievale.
Da Barletta è possibile proseguire il viaggio seguendo numerosi fils rouges. Subito a nord, ecco le Saline di Margherita di Savoia, le più grandi del Mediterraneo, e più oltre il promontorio del Gargano. Nell’entroterra i Monti Dauni con Lucera e Bovino. Verso sud est siamo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, con Castel del Monte, mirabile esempio di architettura federiciana. Questo, insieme ai Trulli di Alberobello, al Santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo e alla Riserva Naturale della Foresta Umbra, è uno dei tre siti pugliesi riconosciuti ufficialmente dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Paesaggi mozzafiato, tra il mare incontaminato e gli uliveti che si perdono a vista d’occhio, esperienze uniche ed appassionanti per una Smart Way che premia i siti meno conosciuti in cui le comunità accolgono i viaggiatori contemporanei.
“La Puglia ha un valore aggiunto distintivo quanto intangibile: il calore di un popolo ospitale, storicamente abituato ad accogliere i viaggiatori giunti dal mare. Quello in Puglia è un viaggio esperienziale da vivere con i cinque sensi per catturarne suoni, paesaggi, forme e sapori in modo da comprendere le passioni e le tradizioni legate a cultura, arte e storia del territorio”. (www.puglia.com)