Il museo archeologico di Torre di Palme, dal 15 aprile 2019, impreziosisce il già ricco percorso museale fermano.
Vi si accede dal Piazzale della Rocca, punto principale di ingresso al grazioso borgo.
Allestito all’interno di un elegante palazzo in stile neoguelfo risalente al secondo dopo guerra, si snoda in tre stanze in cui sono esposti i corredi funerari di tre delle venti tombe rinvenute in contrada Cugnolo, nel versante sud del borgo.
Il museo, che in futuro si arricchirà di altre sale, testimonia l’importanza dell’abitato piceno e gli usi e costumi di questa importante popolazione che abitò la zona fermana prima della colonizzazione romana avvenuta nel 264 a.C.
I reperti esposti sono riferiti agli scavi svolti nel 2016 e 2017 dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche con il sostegno della Edison E&P Spa. La realizzazione del museo è stata fortemente voluta dal Comune di Fermo.
Nella prima sala, dove hanno sede anche il punto informativo e la biglietteria, è esposta la tomba più antica della necropoli, risalente all’età del bronzo (IX-VII secolo a.C.), di un giovane, di età compresa tra i 17 e i 21 anni, sepolto con il suo piccolo corredo: un pugnale in lega di rame e un manufatto in selce.
La seconda sala, la più grande, ospita la ricostruzione fedele di una tomba appartenuta ad una donna di circa 40 anni, vissuta nel VI secolo a.C., che doveva rivestire un ruolo di grandissimo prestigio all’interno della comunità. La tomba è, infatti, la più ricca fra quelle rinvenute negli scavi e si caratterizza per una notevole abbondanza del corredo e per la presenza, sul bacino, del tipico anellone piceno in bronzo a quattro nodi, oggetto di funzione non chiara ma tipico delle sepolture di donne di rango nel territorio piceno meridionale, forse legato a un simbolismo religioso. L’immagine della defunta che emerge dallo studio è quella di una donna eminente nella comunità palmense, che poteva organizzare e partecipare ai banchetti e che possedeva probabilmente dei telai e, quindi, poteva controllare economicamente l’attività di produzione e commercializzazione dei tessuti e dei prodotti della lana.
La terza sala è dedicata ai resti di una tomba infantile databile al VI secolo a.C., probabilmente di sesso femminile, come si può ipotizzare dalla ciprea (valva di conchiglia) e dal pendaglio con i cavallini tipici delle sepolture femminili, con funzione, probabilmente, di amuleti.
Numerosi i reperti in ambra, resina fossile di alcune specie di conifere preistoriche. Sebbene dei piccoli giacimenti siano noti anche in Italia, la maggior parte dell’ambra usata nel mondo antico proviene dalle coste del Mar Baltico, importata lungo quella che viene chiamata Via dell’Ambra, immettendosi sulle rotte commerciali del Mediterraneo. Il Piceno è il territorio italiano nel quale è stato rinvenuto il maggiore numero di preziosi reperti in ambra, particolarmente apprezzati nel VI e nel V secolo a.C.
Nella necropoli di Torre di Palme le ambre sono presenti in sette tombe femminili e in quella di un bambino. La tomba della donna della seconda sala, spicca per la quantità del tutto eccezionale di monili di questo materiale. La defunta era letteralmente ricoperta di gioielli e vesti impreziosite dall’ambra: al collo portava una grande collana a più giri di elementi a forma di bulla, grandi nuclei di ambra decoravano alcune ricche fibule da parata, bottoni ed elementi a losanga ornavano invece una cinta di stoffa. L’abito era ricamato con perle di ambra di varie forme e dimensioni, mentre una stola era bordata da una frangia di pendenti di ambra a goccia.
Questi rinvenimenti aprono un panorama nuovo sull’antichità della presenza di comunità umane a Torre di Palme e rappresentano una scoperta importante anche per l’intero ambito regionale, con inaspettati contatti culturali verso tutta la penisola italiana.
Indirizzo: Pinacoteca civica – Piazza del Popolo, 5 – Fermo (FM)
Tel: +39 0734 217140 / 0734 284327
e-mail: fermo@sistemamuseo.it – museidifermo@comune.fermo.it
web: www.sistemamuseo.it