Isola di Malta

La Valletta, Malta

Il più piccolo Stato dell’Unione europea si estende su un piccolo arcipelago formato da sei isole – le principali sono Malta, Gozo e Comino – un centinaio di chilometri a sud della costa siciliana, tra il Mediterraneo occidentale e quello orientale. Una posizione strategica che nei secoli ha attratto Fenici, Cartaginesi, Romani e Bizantini, ma anche Francesi e Inglesi. Il loro passaggio ha lasciato una traccia indelebile nella lingua, che passa con disinvoltura dai suoni aspri dell’arabo all’armonia delle lingue latine; e nell’architettura, che accoglie templi megalitici un millennio più antichi delle piramidi di Giza, cappelle barocche, chiese neogotiche e basiliche medievali.

Punto di partenza della Smart Way è La Valletta, la capitale di Malta, il cui nome è legato a Jean de la Valette, Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri che la fondarono nel 1566. Città fortificata le cui mura sembrano contenerla a forza, occupa la punta di una penisola, un lungo dito che si estende tra il-Port il-Kbir e Marsamxett Harbour.

Basta incamminarsi lungo l’intreccio di vie per ammirarne i trececentoventi edifici e monumenti dichiarati Patrimonio mondiale dell’UNESCO: come la Cattedrale di San Giovanni, simbolo della ricchezza e del potere dell’Ordine dei Cavalieri Ospitalieri. Nell’Auberge de Provence (1571), il Museo Nazionale di Archeologia ripercorre invece le origini dell’isola; il piano terra è dedicato al Neolitico, con vestigia dell’epoca dei Grandi Templi, tra cui la famosa statuetta della Venere di Malta rinvenuta nel sito di Ħaġar Qim; il primo piano è riservato all’Età del Bronzo con i periodi fenicio-punico, romano, bizantino e musulmano. Di fronte a La Valletta sorgono tre borghi dai nomi carichi di storia: Vittoriosa, Senglea e Cospicua, un trio difensivo le cui mura si tuffano nel mare, dagli edifici alteri e dalle stradine ripide. Abbandonate dopo la guerra, sono rinate con la riqualificazione del porto. Dietro i moli s’innalza Vittoriosa, che offre straordinari scorci su Valletta. Qui, sull’estrema punta, si trova il Fort Saint Angelo edificato dagli Arabi sul sito di un antico tempio fenicio nell’870, il forte fu ingrandito con l’arrivo dei cavalieri per ospitare, tra il 1530 e il 1574, il Palazzo dei Gran Maestri. Collocata su uno stretto promontorio a strapiombo sul porto, Senglea fu fondata nel 1551 dal Gran Maestro Claude de la Sengle e rappresentava per i cavalieri un luogo di riposo. L’eroica resistenza durante il Grande Assedio le valse il titolo onorifico di Città Invitta. Su un sito occupato sin dal Neolitico, il porto di Cospicua risale al 1722.

Marsaxlokk

Entrare da sud attraverso la doppia cinta di fortificazione (Cottonera Lines, quindi Santa Margherita Lines) permette di comprendere l’ampiezza del sistema difensivo maltese nei secoli XVII e XVIII. Per gli appassionati di storia antica è irrinunciabile la visita alla zona sudorientale dell’isola dove si concentrano i principali siti archeologici maltesi (Tarxien, Ħal Saflieni, Ħaġar Qim, Mnajdra), con tempi megalitici testimonianza del talento architettonico di un misterioso popolo di costruttori. Visite guidate sono organizzate da Heritage Malta su prenotazione. I templi di Tarxien, in particolare, sono famosi per i dettagli dei loro intagli, che vanno dagli animali domestici scolpiti in rilievo agli altari e paraventi decorati con elementi a spirale. La costa, arida, bassa e dritta, a oriente disegna una teoria di calette intagliate nella roccia; non esiste un itinerario che segua il litorale, e le strette strade delimitate dai muretti conducono a borghi pittoreschi e porticcioli variopinti, come Marsaxlokk, fino alle scogliere meridionali. In questa baia, oggi snaturata dalle infrastrutture portuali e turistiche, i Fenici stabilirono i loro empori nell’VIII secolo a.C.; nel 1565 qui si stabilì la flotta ottomana, durante quello che è noto come il Grande assedio di Malta. Tra le imbarcazioni nel porto spiccano i molti lozzu, barche tradizionali dai colori vivaci, con l’occhio di Horus sulla prua, che richiamano le barche fenicie. La zona offre bellissime spiagge come la cosiddetta piscina di San Pietro, a est di Marsaxlokk, o la baia di Qala it-Tawwalija. Si può camminare o nuotare verso Kalanka tal-Gidien, bella caletta con gli scogli modellati da antiche saline.

Muovendosi da La Valletta verso nord il viaggio nel tempo porta, tra stradine limitate da muretti a secco e colline ondulate, nella cittadina di Naxxar. Da non perdere, lungo l’arteria principale del centro, Palazzo Parisio: costruito nel 1733 dal Gran Maestro portoghese Manoel de Vilhena, fu acquistato dal marchese Giuseppe Scicluna nel 1898, il quale decise di restaurare completamente, e magnificamente, questa nobile dimora rurale circondata da un bel giardino. Si termina il giro spostandosi ancora più a nord a Mellieha. Siamo all’estremità settentrionale di Malta, famosa per ospitare alcune delle più belle e cristalline spiagge dell’isola: Għadira Bay, Armier Bay, la Riserva naturale di Għadira e il Villaggio di Braccio di Ferro. Le grotte attorno alla città furono usate come abitazioni dalla popolazione locale fino all’inizio del Medioevo, ma nel territorio stati trovati resti di templi, grotte, tombe e utensili databili al Neolitico.

Da La Valletta, muovendosi verso ovest, la strada attraversa numerosi borghi, un tempo rurali, oggi parte di un tessuto urbano senza soluzione di continuità e densamente popolato. In questa parte dell’isola, meno turistica, fatta di cappelle barocche, terrazzamenti e un mare blu cobalto, Malta ritrova in parte la sua autenticità, sia sulla costa che nell’entroterra. Lungo il percorso si raggiunge Mdina (Medina nella forma italianizzata), e Rabat, due città separate da bastioni e fossati, un tempo riunite in Melita, l’antica capitale di Malta, la “città del miele” dei Cartaginesi e dei Romani. Mdina, che domina l’isola dall’alto del suo promontorio, merita il soprannome di “città del silenzio”: nelle sue vie medievali lastricate abitano ormai poche centinaia di persone, ma conserva le vestigia di un passato tanto antico quanto glorioso. Mdina, insieme a La Valletta, è un centro di produzione del vetro maltese che si caratterizza per la decorazione con intensi colori tipici dell’area mediterranea; presso alcune aziende è possibile assistere alla creazione di oggetti tramite soffiatura del vetro. Rabat, dal canto suo, vive al ritmo della vita che manca a Mdina. Pur essendo di dimensioni piuttosto piccole – la parola rabat è di origine araba e vuol dire sobborgo – la cittadina è ricca di storia: la tradizione cristiana la considera il luogo del soggiorno di San Paolo a Malta, fondatore della prima comunità cristiana dell’isola. Dopo una visita al Museo Wignacourt, alla Domus Romana e a Casa Bernard non potete andare via senza aver provato un pastizzo, sfoglia ripiena di ricotta o piselli, spuntino tipico maltese: Rabat è uno dei posti migliori per provarlo.

Mdina