Le notizie in nostro possesso riportate dai classici o nella Bibbia riportano pochissime notizie sulla vita quotidiana dei Fenici e queste sono spesso inficiate da duri pregiudizi. Ciò che sappiamo è che essi erano di norma monogami, nonostante la poligamia non fosse proibita. Possiamo supporre che il padre fosse il fulcro della famiglia e che di essa facessero parte coloro che vivevano con lui e cioè solitamente moglie, figli, concubine e schiavi.
I nomi fenici erano imposti durante cerimonie religiose ed erano composti da più elementi. Solitamente uno di essi era il nome proprio di una divinità, mentre gli altri potevano essere costituiti da aggettivi, nomi comuni o verbi. Ad esempio nomi come “Hanba’al” e “Ashtartshalam,”significano ‘Ba’al è clemente’ e ‘Astarte è la pace’.
I Fenici amavano i bagni termali, la pesca, la caccia, i banchetti e il vino, del quale erano veri appassionati. Ad essi inoltre piaceva molto la musica, ma questa era essenzialmente religiosa e perciò non ne esistevano generi profani. I Fenici curavano moltissimo l’igiene personale: facevano i bagni termali nei loro stabilimenti perfettamente organizzati e consumavano grandi quantità di oli profumati, unguenti e pomate realizzati con erbe aromatiche.
Le donne si acconciavano i capelli in maniera molto elaborata. I loro capelli erano solitamente lunghi, arrotolati a spirale attorno a grandi anelli oppure raccolti in alto. Gli abiti della gente comune erano costituiti da un gonnellino corto arrotolato in vita o da un lunga tunica senza cintura e in testa ponevano sempre il lebbede, il tipico copricapo fenicio. I nobili invece portavano tuniche di lino bianco a pieghe ed ampi scialli o lunghi caffettani fermati in vita da un diadema. Le donne portavano lunghe tuniche lisce riccamente decorate e sul capo portavano coloratissimi scialli. Sia gli uomini che le donne indossavano gioielli come amuleti, anelli e orecchini d’oro, argento e bronzo. In particolare le donne delle colonie occidentali erano solite portare un anello al naso chiamato nazem.
Le case fenicie avevano fondamenta e strutture portanti in pietra ma erano edificate con mattoni crudi fatti di fango e paglia seccati o con argilla cotta; i tetti, piatti e cinti da balaustre, erano resi impermeabili all’acqua grazie alla pece.
Le abitazioni della gente comune erano solitamente di piccole dimensioni costituite al massimo da due locali; le abitazioni dei ricchi, invece, erano di solito su due o più elevazioni ed avevano al centro un’ampia corte con un pozzo. All’interno i pavimenti delle stanze erano in cemento, ciottoli o marmo mentre le pareti avevano un rivestimento di stucco all’interno.
I legumi (soprattutto ceci e lenticchie), le verdure, i cereali e l’olio d’oliva costituivano gli elementi fondamentali della loro dieta. Le proteine, invece, le recuperavano principalmente dal pesce; la carne, soprattutto ovina e bovina, veniva consumata soprattutto nelle feste. Così come la maggior parte dei popoli d’origine semitica, i Fenici generalmente non consumavano carne di maiale, mentre, secondo alcune testimonianze cartaginesi, si cibavano anche di carne di cane.