Le nostre conoscenze sulla religione fenicia si basano essenzialmente sui riferimenti biblici, su tradizioni relativamente recenti e sui testi epico-mitologici venuti alla luce a Ras Shamra (Ugarit), per cui si possono ricostruire due fasi successive e distinte nella esperienza religiosa. In una prima fase, come nella religione cananea in generale, oggetto di culto erano le grandi forze della natura. Dal I millennio a.C., invece, assumono particolare rilevanza le divinità locali, indicate di solito come baal (signore) o baalat (signora); divinità ancora collegate con le forze ed i fenomeni naturali ma a cui si aggiungono anche divinità esoteriche, solari o della vegetazione.
In generale il pantheon fenicio è dominato da una triade che, con nomi che cambiano da città a città, mette assieme un re degli dei, una dea madre della fecondità,un dio giovane la cui sorte è , ogni anno, di nascere, morire e rinascere, come la vegetazione durante le stagioni. Per esempio, la vita religiosa di Cartagine segue più o meno il modello di Tiro. Il dio dominante è Baal Hammon; la dea madre, sorella di Astarte o della Ishtar della Mesopotamia è Tanit. Il dio giovane, dio del disco solare o della vegetazione, è sia Melqart, divinità di Tiro, sia Eshmun, il dio della guarigione, confuso sia con Apollo che con Asclepio, così come Melqart lo sarà con Eracle. (Fernand Braudel)
Una delle più importanti figure del pantheon fenicio rimase comunque sempre Ashart/ Astarte anche nota ai Sumeri come Innin, ai Babilonesi ed Assiri come Ishtar, agli Egiziani come Iside, dea della fecondità e dell’amore. Il culto veniva praticato in templi, ma più spesso all’aperto su alture e presso alberi. Notevole importanza avevano i betili. L’uso del sacrificio umano, soprattutto di bambini, è documentato anche dall’archeologia attraverso la scoperta di “tophet”. “Questo luogo particolare è stato interpretato in diversi modi: le fonti ci tramandano che fosse il luogo dove venivano sacrificati i primogeniti delle famiglie più importanti della città per ottenere prosperità dagli dei. Successivamente, invece di sacrificare i bambini, venivano sacrificati i primogeniti di animali. I rinvenimenti effettuati e le analisi svolte sulle ossa trovate ci fanno pensare che il tophet è una necropoli dove si seppellivano i bambini nati morti o morti subito dopo la nascita insieme ad animali sacrificati per auspicio. Ci sono elementi che provano l’una e l’altra ipotesi, ma molti esperti propendono per la seconda.”
“La grande particolarità della religione cartaginese è la preponderante ascesa del culto di Tanit che, a partire dal V sec, spodesta il vecchio dio Baal Hammon. Cartagine visse allora sotto il “segno di Tanit- Tinnit”: un triangolo sormontato da un disco e, tra i due, una linea orizzontale. Il tutto evoca facilmente una figura umana, soprattutto quando la linea orizzontale è sollevata alle estremità come delle braccia alzate.” (Fernand Braudel)