Arte e architettura

L’arte fenicia presenta come caratteristica principale la capacità di trasformare in una tradizione stilistica propria e riconoscibile, un eclettismo di stili che accoglie influssi egizi, siriani ed egei, attraverso una costante reinterpretazione.

Nell’architettura le testimonianze monumentali sono esigue. In ambito sacro i maggiori santuari sono attestati in Oriente a Cipro (Kition), Amrith, Sidone, mentre ci sfuggono i maggiori templi cittadini, come quelli di Tiro; in Occidente gli spazi sacri ripropongono le più antiche formule orientali, incentrate su uno spazio aperto nel quale un piccolo sacello, di pianta a sviluppo latitudinale e caratterizzato da colonne sulla fronte conservava l’immagine sacra. Con l’età ellenistica la cultura punica si permea dei modelli greci, con l’introduzione dei tempietti a sviluppo longitudinale e dello stile dorico, tuttavia combinato sempre con elementi orientali.

 

In ambito funerario l’architettura del continente fenicio propone come prevalente la forma della tomba a camera ipogeica con accesso a pozzo, soprattutto per le fasce di popolazione più eminenti; questo tipo di architettura ebbe un grande sviluppo a Cartagine e di qui si diffuse, a partire dal VI secolo in poi, in tutto il mondo punico d’Occidente.

 

Della grande statuaria resta ben poco; quanto resta, tuttavia, insieme alle altre testimonianze del rilievo, al cui interno spicca la lavorazione delle stele votive rinvenute nei tofet, testimonia una prima fase, più antica, nella quale le iconografie e lo stile sono maggiormente legati alle origini siro-palestinesi e al patrimonio artistico egiziano (X-VI secolo a.C.), ed una fase più recente nella quale è evidente la dirompente influenza della cultura greca (V-III sec. a. C.)

 

Fu proprio nelle cosiddette arti minori che i Fenici eccelsero con una produzione sempre eclettica, ma tecnicamente perfetta e riconoscibile: oltre alla lavorazione del vetro, dei quali a torto vennero considerati gli inventori, e nella quale tuttavia eccellevano con la produzione di unguentari e collane, si pensi ad esempio alla produzione delle brocche e delle coppe metalliche e all’oreficeria, che si avvaleva delle tecniche dello sbalzo, dell’incisione, della granulazione e che ebbero una straordinaria fortuna in tutto il Mediterraneo nel periodo della dilagante moda dell’Orientalizzante (730-580 a.C.); nella lavorazione artistica dell’avorio, tanto che, insieme agli oggetti metallici, gli avori destinati alla decorazione di mobili o altre suppellettili erano tra i prodotti fenici più richiesti e famosi, soprattutto nelle corti dei sovrani e dei principi delle civiltà mediterranee e orientali. Altrettanto celebri erano le stoffe fenicie, sia le porpore (da cui deriva il nome dato a questo popolo) sia quelle con decorazioni intessute o ricamate.