Furono i Greci d’Occidente a creare un’arteria lungo la costa della Sicilia per unire Siracusa alle subcolonie Akrai e Kasmenai, proseguendo per Kamarina, Gela, Agrigento, fino ad arrivare Selinunte, da cui prende il nome di Via Selinuntina; in seguito i Romani prolungarono il percorso verso Lilibeo (l’odierna Marsala) ed Erice. Ricalca questo antico tracciato la Statale 115, l’erede della Antica Via Selinuntina, che la Rotta dei Fenici propone come originale tour della Sicilia tra parchi archeologici, siti Unesco, città d’arte, aree di valore ambientale e paesaggistico. Il viaggio prende il via da Siracusa, la più importante città della Sicilia greca. Il suo centro è Ortigia, posto sull’omonima isola e straordinariamente ricco di monumenti: fra questi il Tempio di Apollo e – affacciata su una delle piazze più suggestive d’Italia – l’antica cattedrale della Natività di Maria, con l’esterno in stile barocco e rococò, realizzata inglobando il Tempio di Atena. Poco distante vi è la celebre Fonte Aretusa, specchio d’acqua che sfocia nel Porto Grande di Siracusa e prende il nome dal mito della ninfa Aretusa e del suo innamorato Alfeo. Ortigia è inserita nel patrimonio mondiale dell’Unesco insieme al Parco archeologico della Neapolis, che racchiude la maggior parte delle testimonianze dell’antichità siracusana: fra queste il Teatro, il Santuario di Apollo, l’ara di Ierone II, l’anfiteatro romano; e ancora le Latomie del Paradiso e di Santa Venera, antiche cave di calcare immerse tra aranci e alberi secolari che ospitano suggestive cavità conosciute come Grotta dei Cordari, Grotta del Salnitro e Orecchio di Dionisio. Possenti mura dal mare convergevano verso l’entroterra nel Castello di Eurialo, in frazione Belvedere, capolavoro di architettura militare eretto tra il 402 e il 397 a.C.
Da Siracusa si può prevedere una digressione lungo la Via Elorina, in direzione sud, per visitare la città di Eloro, nei pressi di Noto, con i suoi palazzi barocchi Patrimonio Unesco; l’archeologica presenta un’ampia area sacra, numerosi templi e il Koreion, un santuario dedicato a Demetra e Kore. Seguendo invece il tracciato della Via Selinuntina si punta decisamente nell’interno verso Palazzolo Acreide, nel cui territorio sorgeva la città di Akrai, fondata dai Siracusani nel 664 a.C.; qui troviamo il teatro, il bouleterion e l’acropoli con le fondazioni del Tempio di Afrodite e ancora I Santoni, un santuario rupestre dedicato al culto della dea Cibele; vi sono inoltre i resti della Porta Selinuntina, segno tangibile della strada che collegava a Kasmene e Kamarina.
La tappa successiva della Smart Way ci porta sulla costa occidentale a Gela, l’antica Geloi, una delle più grandi colonie greche di Sicilia. La città si sviluppava sulla collina la cui estremità orientale, oggi detta Molino a Vento, era sede dell’acropoli: accanto ad essa sorge il Museo Archeologico Regionale di Gela, che documenta la storia antica del territorio dalla preistoria all’età medievale.
Seguendo ora la costa in direzione nord ecco Akragas, la medievale Girgenti, l’odierna Agrigento: una delle poleis più importanti del Mediterraneo. Il Parco Archeologico della Valle dei Templi, annoverato fra i siti culturali più visitati d’Italia, si articola in diverse aree. Una passeggiata unisce il Tempio di Giunone, il Tempio della Concordia ed il Tempio di Ercole. Quello della Concordia, che ha i caratteri del migliore stile architettonico dorico, nel VI secolo fu trasformato in basilica cristiana dedicata agli apostoli Pietro e Paolo. Seguono i templi di Zeus e dei Dioscuri, l’area dei santuari dedicati al culto delle divinità ctonie (Demetra e Kore), infine la Kolymbetra e il Tempio di Vulcano. Il Tempio di Zeus Olimpico ha dimensioni colossali, con una sequenza di gigantesche figure (i Telamoni) poste sul muro esterno negli spazi tra le semicolonne. Dopo una tappa al sito archeologico di Eraclea Minoa, con il suggestivo teatro, la nostra prossima meta è Menfi.
Nel vicino litorale di Porto Palo è stato rinvenuto un relitto punico-romano oggi custodito nel Palazzo Pignatelli, dove ha anche sede un Centro di Interpretazione della Rotta dei Fenici. A una ventina di chilometri più all’interno ci attende Sambuca di Sicilia, inserito nei Borghi più Belli d’Italia, con il Quartiere Saraceno e il sito archeologico di Monte Adranone; da vedere il museo archeologico allestito nel seicentesco Palazzo Panitteri, anch’esso sede di un Centro di interpretazione dell’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa La Rotta dei Fenici.
Selinunte è un’altra delle grandi città mediterranee dell’antichità e deve il nome al selinon, prezzemolo selvatico che cresceva presso la foce del fiume Modione. Grazie alla sua posizione, sviluppò fruttuosi commerci soprattutto con i Punici che vivevano nella parte occidentale della Sicilia e nella vicina Cartagine. Coinvolta nelle ostilità fra Greci e poi fra Greci e Punici, nel 409 a.C. venne distrutta dai Cartaginesi. La città venne ridotta alla sua Acropoli, protetta da mura ispirate al Castello di Eurialo di Siracusa, e divenne un importante centro commerciale. Le dimensioni del Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, il suo assetto urbanistico e i numerosi templi testimoniano la grandezza perduta. Da vedere i Templi sull’Acropoli, quelli della Collina Orientale, tra cui il Tempio E ricostruito nel 1956 e l’incompiuto Tempio G, uno dei più grandi del mondo antico. A circa dodici chilometri sorgono le Cave di Cusa, esempio unico di cave a cielo aperto: un susseguirsi di capitelli, colonne e pezzi estratti dal banco di calcarenite e abbandonati nelle diverse fasi della lavorazione e del trasporto.
Ed eccoci a Marsala (dall’arabo Mars Allah, porto di Dio), conosciuta nel mondo per il suo vino liquoroso da gustare a Palazzo Fici, sede della Strada del Vino Marsala Doc. L’antica Lilibeo fondata dai Fenici è raccontata nel Museo Archeologico Baglio Anselmi, dove è custodito il relitto di una nave da guerra punica. Ecco la punta più occidentale della Sicilia: Capo Boeo o Lilibeo, da cui si vede al centro della Laguna dello Stagnone l’Isola di Mozia, l’unica città fenicia conservatasi fino ai nostri giorni, raggiungibile con i battelli dall’imbarcadero storico. Passeggiare lungo i sentieri dell’isola è un viaggio nel tempo tra edifici e luoghi antichi: il Kothon, il Tophet, i Santuari e la Porta Nord; e ancora il Museo Whitaker con la statua dell’Auriga (o giovane di Mozia), risalente al V secolo a.C. Le candide saline che circondano l’isola e si estendono fino a Trapani dominano il paesaggio, raccontando ancor oggi l’antica tradizione dell’estrazione del sale dall’acqua marina: un ambiente suggestivo che ospita specie rare di uccelli tra cui il fenicottero rosa. Un paesaggio senza tempo su cui domina il Monte San Giuliano con il borgo medievale di Erice, anch’esso importante centro fenicio come testimoniano le mura elimo-puniche e il tempio di Astarte, sulle cui rovine si erge il castello normanno. E basterà aggirarsi per le sue stradine per comprendere che ci troviamo in uno scrigno di tesori dell’artigianato: dalla ceramica ai tappeti e alla squisita pasticceria conventuale.